lunedì 31 luglio 2017

Quanto conta essere forti?

Protocollo Ministeriale N. 13


Andare in palestra per molti è sinonimo di diventare grossi, di uscire dallo status di secchi e mettere su abbastanza carne da essere pronti per il macello; questo atteggiamento spesso si traduce in allenamenti con bassi carichi, poco tempo di recupero ed alte ripetizioni limitando lo sviluppo della forza ( http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25932981 ).


Lasciate che vi convinca del beneficio di programmare il vostro allenamento ipertrofizzante dando un ampio spazio all'allenamento della forza soprattutto durante i primi mesi di palestra.
Perché la forza?

Non voglio recuperare 10 minuti tra una serie e l'altra di 3 ripetizioni, non voglio sembrare grasso, pelato e con la barba e voglio uscire dalla sala pesi a quattro zampe perché ho portato tutto a cedimento, compreso il sorseggiare il pool di aminoacidi e spirulina durante l'allenamento...

Diventare forti non significa attenersi al tipico allenamento della forza #BroScienceApproved, significa piuttosto insegnare al muscolo a generare più tensione, più tensione = più unità motorie attivate, più unità motorie attivate = più fibre muscolari coinvolte e, finalmente, più fibre allenate = più stress meccanico applicato al muscolo e di conseguenza muscoli più grossi (sempre rispettando un introito calorico ed una ripartizione dei macronutrienti corretta).

Chi avrà braccia più grosse a parità di stazza? Uno che fa curl con i manubri in 3x10 con 20kg oppure uno che ne flette 32? Il Sauropode con i 32kg dovrà per forza attivare più fibre per generare la tensione necessaria alla flessione del braccio con quel carico e da qui... più tensione più unità motorie, più unità motorie attivate e via discorrendo...

Allenarsi per la forza non significa che gli allenamenti tipici della scheda “ipertrofia” siano inutili, all'interno della programmazione tutti i tipi di allenamento hanno uno spazio ed un ruolo a seconda dell'obiettivo preposto.

Ma come si diventa forti?

Perché è meglio essere forti?

Forti si diventa quando essere forti è l'unica scelta che abbiamo e...

le persone forti sono più difficili da ammazzare e più utili in generale.

Scherzi e meme motivazionali a parte, saper sviluppare alti gradienti di forza permette di attivare più unità motorie e quindi imporre uno stress maggiore all'organismo consentendo di sollevare carichi pesanti (relazionati al nostro peso corporeo) anche per molte serie e ripetizioni.

Sintetizzandolo in termini tecnici possiamo dire che aumentando la forza dinamica massimale anche la forza resistente subirà dei miglioramenti perché, di fatto, la forza è semplicemente la capacità del muscolo di contrarsi. Da qui ne conviene che  tutto è legato alla forza, dalle semplici attività quotidiane alle prestazioni più eclatanti, diventare più forti significa trasformare un 4 cilindri 1200cc da 70 cavalli in un V8 6000cc da 300 cavalli; sorpassi rapidi, salite, e tratti ad alta velocità saranno affrontati con meno sforzo perché la potenza totale a disposizione è maggiore.

La forza è un’abilità e questo oramai lo sappiamo tutti,  non è più un’informazione riservata a qualche sopravvissuto alla Perestrojka e grazie a questa affermazione abbiamo capito che per sollevare un carico decente bisogna conoscere il movimento che ci fa spostare quel carico.

Essere forti implica la raffinazione dello schema motorio, ovvero le informazioni relative alle catene cinetiche da attivare e il grado di tensione da sviluppare per quel dato movimento. Il cervello durante il movimento deve processare moltissime informazioni a partire dalla corteccia premotoria, dove risiede l'idea del movimento, e lo deve poi mettere in atto elaborando tutte le informazioni di feedback che riceve sullo stato della tensione e dell’allungamento dei muscoli.


Viene da sé che nelle prime fasi di apprendimento di uno schema motorio esso sarà grezzo e pieno di “errori”, avete notato che durante lo squat o la distensione su panca eseguita dai principianti si tendono ad attivare più muscoli di quelli necessari con una tensione a volte eccessiva dando vita ad esecuzioni scattose e sbilanciate; progredendo con l'apprendimento del movimento l'estetica dell'esecuzione migliora e lo sforzo, a parità di peso caricato, diminuisce perché lo schema motorio viene raffinato garantendo una coordinazione ed un’efficienza neuromuscolare maggiore.

La prima fase dell'allenamento della forza sarà proprio concentrarsi sull'apprendere il movimento con carichi che risultino gestibili e che permettono di memorizzare la tecnica corretta. Una volta che il movimento viene metabolizzato allora è possibile iniziare a giocare con i pesi; questo non vuol dire che dobbiamo allenarci un'ora con manici di scopa, manubri e kettlebell di Barbie, piuttosto si deve programmare l'allenamento in modo che il primo esercizio sia il più coordinativamente impegnativo per cui si possa porre particolare attenzione sulla tecnica; a seguire si possono inserire esercizi meno complessi anche utilizzando i classici macchinari guidati per poter stressare più a fondo il muscolo che magari non è stato debitamente attivato durante i primi esercizi eseguiti con carichi da “apprendimento tecnico”.

Ora, per apprendimento tecnico non si intende 3x10 o 4x8 o qualche altro schema da tabellina ma uno schema “cibernetico” ovvero con serie fisse, da 6 a 8, ma con il numero di ripetizioni determinato dal feedback dato dalla bontà dell'esecuzione tecnica. Mi sembra scontato che arrivare a cedimento durante questa fase in esercizi complessi non è consigliabile, se proprio siete amanti della sensazione di bruciore muscolare potete sbizzarrirvi con esercizi meno complessi e, magari, guidati.

Per quello che riguarda i recuperi, è importante che l'esercizio venga eseguito bene e con carichi consistenti quindi è sempre consigliabile stare tra i 2 ed i 3 minuti, poiché è stato dimostrato che recuperi inferiori non garantiscono un'ipertrofia maggiore, anzi recuperando meno il muscolo, nella serie successiva, svilupperà una tensione minore con minor stress sulle strutture contrattili (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26605807) . Uno dei fattori più importanti che contribuiscono all'ipertrofia è il volume allenante (il peso sollevato per serie e ripetizioni) e con recuperi al di sopra del minuto è possibile aumentare il volume utilizzando carichi decenti.

Il volume che è possibile raggiungere durante le sedute è influenzato da un altro fattore spesso ignorato: la capacità aerobica. È pressoché impensabile potersi allenare con dei volumi consistenti senza avere una buona resistenza cardiorespiratoria, questo significa che se avete intenzione di allenarvi seriamente è importante programmare anche degli allenamenti di tipo aerobico.

Questo non vuol dire che dobbiamo tutti andare a correre - la corsa è solo uno dei tanti mezzi a disposizione (HIIT, Continuo Variato, Stedy State.. etc)  per aumentare la resistenza aerobica - quello che conta è il metodo e che sia inserito con criterio all'interno della programmazione globale.

Leggendo quello che abbiamo scritto fino ad ora si capisce che la forza è un meccanismo neuro muscolare, ovvero che quando ci alleniamo in palestra non sono solo i muscoli a subire lo stress ma anche (e soprattutto) il sistema nervoso, da qui ne consegue che entrambe le strutture si adatteranno al carico imposto, di fatto i primi adattamenti che si hanno in questo tipo di allenamento saranno a carico del sistema nervoso centrale e periferico riscontrando un mancato incremento di volume muscolare soprattutto nell'immediato post allenamento (pompaggio muscolare).

Per rendere il nostro allenamento concorrenziale nei confronti di quello a prova di #gainz dei #BroScientists possiamo sempre lavorare utilizzando tecniche di intensità (superserie e compagnia bella) in esercizi semplici verso la fine della scheda giornaliera.

Allenarsi con criterio significa anche non abusare dell'intensità intesa come allenamenti a cedimento: già è stato detto che tali allenamenti hanno un ruolo nella scheda ma farne un uso spropositato significherebbe limitare la capacità del muscolo di allenarsi frequentemente, cosa che è consigliabile soprattutto all'inizio, quando i movimenti vanno imparati praticandoli spesso.

Essere forti significa essere in grado di trasformare lo stress, la pressione, in un'opportunità.

In natura è la pressione che trasforma il vile carbone in diamante.


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